Audrey Hepburn: L'ULTIMO MARITO

venerdì 8 gennaio 2010

L'ULTIMO MARITO

Robert Wolders (Rotterdam, 28 settembre 1936) è un attore televisivo olandese.
Ha interpretato il ruolo di Erik Hunter nella seconda stagione della serie televisiva Laredo.
È famoso per il suo matrimonio dell'attrice Merle Oberon nel 1975, la quale morì nel 1979. Pochi anni dopo la morte della Oberon, Wolders divenne il compagno dell'attrice Audrey Hepburn, con la quale rimase fino alla morte di lei.

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CURIOSITA'

Nel film Cenerentola a Parigi, la madre della Hepburn apparve nel ruolo della padrona di un caffè sulla strada. Secondo Gregory Peck la poesia preferita della Hepburn era Amore senza fine di Rabindranath Tagore. Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia, creata da Giancarlo Berardi, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore. Nel 2000 la Hepburn è stata impersonata da Jennifer Love Hewitt nel film per la tv The Audrey Hepburn Story. Nel 2003, il Servizio Postale degli Stati Uniti stampò un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice. In Cina, alcune immagini della Hepburn in Vacanze romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un tè verde. Nel 2006, il grande magazzino GAP produsse uno spot pubblicitario, utilizzando spezzoni della Hepburn mentre danza in Cenerentola a Parigi. Il vestito nero di Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro). Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid. Marilyn Monroe non fu l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò Happy Birthday, dear Jack al Presidente, che la considerava una delle sue attrici preferite. I compagni di danza del 1948 dicevano che la Hepburn era comunque di una eleganza innata: possedeva due gonne e due camicie, ma aveva decine di foulard da abbinare, ed in questo modo era sempre perfetta [senza fonte] Nel 1985, i Pizzicato Five scrissero una canzone intitolata The Audrey Hepburn Complex.

NOTE

La Hepburn ha incarnato vari tipi di donna al cinema. La si ricorda prima ingenua poi sofisticata in "Sabrina" oppure principessa ribelle in "Vacanze Romane", poi in altre parti drammatiche (Storia di una monaca - Guerra e pace, ecc.) ma il ruolo in cui io l'ho amata di più è quello di Holly Golightly in "Colazione da Tiffany" tratto dal romanzo di Truman Capote (Curiosità: molti gestori di bar diedero questo nome al proprio locale per via del film, non sapendo che in verità Tiffany fosse una gioielleria, forse bastava andare a vedere il film per scoprirlo). Del suo ruolo Audrey disse: « Sono un'introversa. Interpretare una ragazza estroversa è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto. » Fasciata nel tubino nero di Givenchy è l'eleganza allo stato puro. Ha dimostrato che si puo' scendere da un taxy all'alba dopo una notte di bagordi ed essere fresca come una rosa (e tutti sanno qual era il suo mestiere). Ha confessato di soffrire di "paturnie" (vedi sindrome premestruale), ha cantato "Moon River".

CITAZIONI

Richard Avedon disse di Audrey Hepburn: "Sono e sarò sempre sconvolto dalla presenza di Audrey Hepburn di fronte al mio obiettivo. Non mi è possibile migliorarla. E' lei e basta, ed è sempre lì. Posso solo registrarla, non mi è possibile interpretarla. Non è possibile renderla superiore a ciò che lei è già. E' come se fosse riuscita a realizzare in sè stessa il suo più perfetto ritratto." "Se hai bisogno di una mano, è alla fine del tuo braccio, e quando invecchi, ricordati di avere un'altra mano. La prima è per aiutare te stesso, l'altra per aiutare gli altri" "Sono nata con un enorme bisogno d'affetto, ed un terribile bisogno di darne" "Se mi soffio il naso, viene a saperlo tutto il mondo" « Non avrei mai pensato di ritrovarmi a fare film, con una faccia come la mia! », una frase rilasciata in un'intervista, di sicuro non sarà stata la più grande attrice di tutti i tempi, ma è stata un mito di eleganza e fascino. tesoro vuoi passarmi la mia borsetta?!lettere del genere non si possono leggere senza rossetto.

FILMOGRAFIA

Audrey carriera cinematografica tutta comprenderebbe meno di trenta film - una filmografia molto sottile, ma che contiene alcuni dei migliori film degli anni Cinquanta e Sessanta. At the age of twenty-one, while doing a bit part in a movie in Monte Carlo, Audrey Hepburn caught the eye of French writer Colette, who believed the young actress might be just the person to portray the title role in her Gigi. All'età di ventun anni, mentre si fa una piccola parte in un film a Monte Carlo, Audrey Hepburn attirato l'attenzione di scrittore francese Colette, che ha creduto la giovane attrice potrebbe essere proprio la persona a rappresentare il ruolo principale nel suo Gigi. After Audrey triumphed on Broadway, Paramount cast her in the lead of William Wyler's Roman Holiday, a modern fairy tale about a young princess who skips her royal duties and falls in love with an American reporter (Gregory Peck). Dopo Audrey trionfato a Broadway, la Paramount ha lanciata in testa di William Wyler, Vacanze romane, una fiaba moderna, una giovane principessa che ignora i suoi doveri reali e si innamora di un giornalista americano (Gregory Peck). The film became an international hit and Hepburn an international star. Il film divenne un successo internazionale e Hepburn una star internazionale.

LO STILE

Lo stile e il mood che hanno da sempre caratterizzato Audrey Hepburn ha lasciato un'impronta unica tale che continua ad ispirare ancora oggi le generazioni e a caratterizzare un'idea di eleganza unica ed inimitabile. Un'icona che lascia un'eredità e un'eleganza senza tempo impossibile da ricreare. Quella sua allure innovativa e chic, se si pensa che eravamo all'inizio degli anni Cinquanta, sono state talmente tanto imitate da diventare uno stile, una vera e propria moda. Questo mese è adatto per renderle omaggio. Il 5 dicembre, infatti, il tubino più famoso al mondo, disegnato da Hubert de Givenchy per Audrey Hepburn in 'Colazione Da Tiffany' nel 1961, esempio di eleganza allo stato puro, è andato all'asta da Christie's ed è stato venduto per 467,200 sterline. L'abito più copiato della storia è stato indossato dall'attrice nella scena iniziale del film: la protagonista passeggia per Manhattan in un'alba nebbiosa, arrivando davanti a Tiffany con una busta di carta in una mano e un croissant nell'altra e sosta incantata davanti alla vetrina più famosa di New York. La sua amicizia ventennale con Hubert de Givenchy ha dato vita a un connubio non solo creativo, ma anche di eleganza, che ha lasciato il segno nella storia del cinema e della moda. Givenchy ha continuato poi, infatti, a curare il suo guardaroba per i film. Il tutto avvenne, quando, nella ricerca per trovare lo stilista per realizzare il suo guardaroba per Sabrina, la Hepburn chiese a Gladys de Segonzac dalla casa Schiaparelli, di presentarla a Givenchy. Il resto è storia. I grandi stilisti sono conosciuti per avere delle Muse, ma sono pochi quelli che hanno la capacità di creare un unione perfetta e a vestire una bellezza fragile come quella della Hepburn. Magra, in un momento in cui impazzavano le rotondità delle pin-up, il suo taglio corto e sbarazzino quando andavano di moda le onde dolci e morbide di capelli biondo platino. Quando ha aperto la maison Givenchy nel 1952, Givenchy ha introdotto un'eleganza estetica che ha immediatamente riscosso uno strepitoso successo tra le star del cinema di Hollywood, le principesse e l'elite europea. Eccellendo in uno stile che è stato spesso definito come la "couture nonchalant". Coco Chanel è colei che ha creato il piccolo tubino nero, ma sono stati sicuramente Givenchy e la Hepburn a renderlo talmente mitico e unico da essere ancora oggi un simbolo incontrastato d'eleganza.

LIBRO

E' un libro unico, in cui parole ed immagini si uniscono: il racconto di una vita, corredato dalle fotografie dei momenti vissuti in pubblico (film, serate, impegni Unicef) e da quelle dell'album di famiglia (figli, casa, amici). Attenzione: anche le didascalie possono trasformarsi in frammenti della biografia di Audrey! Ed il punto di vista offerto dal figlio è un modo privilegiato per osservare la grande stella. Che, lo ricordo, a differenza di altre, non privilegiò la carriera a discapito degli affetti. Significativo il fatto che Sean scopra tardi i film della madre, visto che spesso Audrey, concluse le riprese, non si preoccupava nemmeno di visionare la pellicola. E non aveva particolare interesse a frequentare personaggi famosi, anche se qualche piccolo episodio non manca: i suoi figli crebbero in un ambiente normale, senza privilegi. Nel libro, quindi, confluiscono in gran parte le sensazioni e le emozioni di Sean. La confezione è decisamente lussuosa, la carta patinata valorizza le immagini e rende piacevole scorrere le pagine. Il volume è di grande formato (circa 24x20 cm), 238 pagine, edito da Tea, con una preziosa sovra copertina ed un'orribile e stonata fascetta gialla (eliminabile per fortuna) con due frasi che mettono in evidenza i contenuti. Curatissima la grafica: i numeri delle pagine sono posti a metà pagina, ogni capitolo inizia con una o più frasi con caratteri di dimensioni maggiori rispetto al resto (per catturare l'attenzione), con il discorso di Audrey per l'Unicef i fogli si tingono di un delicato grigio… Anche la collocazione delle immagini è fatta con criterio: ad esempio dopo la morte di Audrey, dalle foto spariscono le persone, i luoghi diventano vuoti, uno dei suoi cani sembra in attesa: per concludere in un tripudio di fiori, con lei raggiante in mezzo a mille colori, serena come deve essere nel luogo migliore in cui si è trasferita ora… L'unico difetto è il prezzo impopolare: 25 Euro, si scende a 20 per acquisti on line.Il volume li merita tutti. Sean continuò l'opera benefica della madre ed i proventi della vendita della sua pubblicazione andranno all'Audrey Hepburn Children's Fund, la fondazione creata all'interno dell'US Fund for Unicef: opera dal 1994 ed il suo obiettivo principale è garantire un'educazione di base ai bambini nel mondo.

UN ICONA DI STILE

Audrey Hepburn, simbolo indiscusso di stile e icona degli anni'50, con la sua frangetta e il maglione nero a collo alto da perfetta teen-ager beneducata. La sua figura esile, da ballerina, era a dir poco inconsueta per i canoni degli anni '50 in cui trionfava il modello della maggiorata. Musa di Givenchy. Il suo look resta un esempio di eleganza assoluta. Dalla camicetta bianca abbinata a un'ampia gonna con fascia elastica in vita ai pantaloni alla Capri; dalle ballerine ultra flat al semplice tubino nero con maxi occhiali da sole. E ancora, il foulard al collo e le calze colorate. È una delle femme più glam della storia, ancora oggi. Eterna come una grande diva.

AUGURI AUDREY

4 maggio - Buon compleanno Audrey Hepburn! Fascino discreto, stile, eleganza e un sorriso capace di disarmare chiunque rendono Audrey Hepburn una delle star più amate di tutti i tempi. All’anagrafe Audrey Kathleen Ruston, la Hepburn, figlia del banchiere inglese Joseph Hepburn-Ruston e della baronessa olandese Ella van Heemstra, acquisisce il cognome con il quale diverrà famosa dalla nonna paterna. Nata a Bruxelles nel 1929 Audrey, muove i primi passi sulle punte, durante l’occupazione nazista, sognando di diventare una grande ballerina. Il destino le riserva però altre sorprese e, dopo la liberazione dell’Olanda e tre anni passati a Amsterdam, la fa approdare a Londra, dove quasi per caso si trova su un set cinematografico. Per la Hepburn è l’inizio di una carriera costellata da grandi successi, che la fa entrare nello Star System e che mai tuttavia l’allontana dalla sua vera natura. Professionista instancabile, oltre che donna attenta alle esigenze della propria vita privata, Audrey, alla fine degli anni Sessanta, all’apice del successo, abbandona il cinema, per dedicarsi alla famiglia e porre al servizio del volontariato le sue grandi qualità umane.

MATRIMONIO

La giovanissima Audrey Hepburn è a Roma per girare il film Vacanze romane, e tra una pausa e l'altra trova il tempo per farsi l'abito da sposa e il suo corredo di nozze dalle sorelle Fontana. Il matrimonio però non fu mai celebrato, l'abito nunziale fu regalato ad una giovane e bella donna lavorante che lo indossò per il suo matrimonio.Sì, questo mi sembra proprio che vada bene. Lo strascico lungo, ma non troppo, e anche senza tanti ornamenti.Questo,qusto. Abito da gran sera, colore bianco ghiaccio, décolleté con sottili bretelle in strass e ampia gonna di linea godet. Tessuto: tùlle micropieghettato con delicati motivi floreali ricamati a mano in cannetè, pa¡llettes e strass di Boemia. Creato per Audrey Hepburn durante la sua permanenza a Roma per girare il film Vacanze Romane.

INCANTEVOLE AUDREY

La mia prima impressione fù di avere di fronte un'essere molto delicato. Aveva uno sguardo incantevole ed era straordinariamente slanciata e sottile - Hubert de Givenchy Nell'immaginario cinematografico di mezzo secolo fà la Dama si volta verso di noi coinvolgendoci con lo sguardo e il gesto nel suo spazio. Ma in realtà guarda altrove, verso qualcuno che appartiene al suo mondo e non al nostro, e dal quale rimaniamo esclusi : un mondo in cui le emozioni e i pensieri si riflettono nei gesti e nelle attitudini E' impossibile ritrarla Ha imprigionato in sè la sua ultima essenza - Richard Avedon

CARATTERE E STILE

La mia caratterizzazione era gradita al pubblico di quegli anni. Io recitavo per istinto. Ho frequentato una delle più grandi scuole del mondo: un'intera generazione di bravissimi registi Il pubblico associa la mia immagine a un tempo in cui i films erano gradevoli, le attrici eleganti e la musica armoniosa. Quando qualcuno mi scrive vedendo uno dei tuoi films il mondo mi è sembrato meno negativo, io mi sento appagata Vivere è come girovagare in un museo. Occorre un certo tempo per incominciare realmente a capire ciò che hai visto, per maturare la capacità di criticarlo ed assimilarlo - la via della saggezza non è breve. Audrey Hepburn, Musa dello stilista parigino Hubert de Givenchy, è stata spesso considerata una maestra di stile. Principalmente in virtù delle sue linee semplici e garbate, mai invadenti, e sapientemente equilibrate. Ennesima riprova di come, anche in un'arte apparentemente superficiale ed effimera come quella della moda, non sia sufficiente essere in grado di indossare bene un capo. Ma si debba anche riempirlo con un buon carattere Audrey e Givenchy erano parte di un'aristocrazia autentica, che non si imponeva tramite il denaro, il potere o il nepotismo. Ma era legata alla sensibilità individuale, all'impegno, e alla certezza che queste semplici qualità sono sempre destinate a prevalere - Pamela Clarke Keogh.

L'ERA DEL BELLO

Il cinema degli anni '50 era concepito per sognare. Non tentava di imitare la vita in modo snaturato ed abominevole. Anche nel vortice della passione, senza esagerazioni, rifletteva la natura umana e le sue intime aspirazioni Le lacrime di Ingrid Bergman in Casablanca, il sussurrare di Grace Kelly in Caccia al ladro, il delicatissimo pudore che Audrey Hepburn manifesta in Sabrina, denotano una cosa sola: nella commedia classica la vita è rappresentata come una sensibilità, una passione, uno stile, un sogno. Se dovessi fare un paragone con l'architettura direi che è come Venezia: non c'è una ragione specifica per la quale debba esistere, ma esiste perchè qualcuno in tempi remoti là voluta così Le dive degli anni '50 non hanno agito isolatamente. Erano romantiche, ma anche la società del tempo aveva una sensibilità romantica. Il cinema degli anni '50 rappresenta ciò che la società vorrebbe essere, non quello che è costretta ad essere. Riflette i sogni e le speranze di un pubblico che stà uscendo faticosamente dai traumi delle Guerre Mondiali e il Cinema sottolinea l'immagine di una società nella quale il tempo libero ha ancora una grande importanza. Dal punto di vista stilistico tutto ciò si riflette in films dalle atmosfere un pò ovattate, dai caldi colori pastello, con lunghi e pittoreschi stacchi privi di dialogo

REGINA DELLA PUBBLICITA'

Da poco è la testimonial della nuova Lancia Musa. Ancora oggi è una diva intramontabile che fa sognare e dimenticare ogni problemi con il suo sorriso e i suoi occhioni da cerbiatta. Stiamo parlando di Audrey Hepburn che tutti ricorderete per l’ormai storico “Colazione da Tiffany”. A Londra è stata battuta all’asta da Christie’s per oltre 260.000 sterline (287.000 euro) una fantastica e unica collezione comprendente circa quaranta abiti e una grande quantità di accessori della diva hollywoodiana. È stata subito ribattezzata come un’asta record, che tra tutti i bellissimi pezzi, comprendeva anche il meraviglioso abito da cocktail firmato Givenchy, venduto per ben 60.000 sterline (66.450 euro) che la diva ha indossato nel 1966 nella pellicola “Come rubare un milione di dollari e vivere felici”.

LA VOCE

"Mi è stato chiesto di agire quando non ho potuto agire. Mi è stato chiesto di cantare 'Funny Face' quando non riuscivo a cantare e ballare con Fred Astaire, quando non riuscivo a ballare - e fare ogni genere di cose che non è stato preparati. Poi ho cercato come un matto per far fronte ad essa. " Enchanted Tales Audrey Hepburn's: "Il defunto leggenda dello schermo Audrey Hepburn utilizza la musica di Maurice Ravel's" Mother Goose "come quadro di riferimento per questa produzione. Narrando la storia interpretata da la musica di sottofondo, la sua prestazione, anche se destinati ai bambini, è quello di un adulto l'esecuzione per gli adulti. Non ci sono intonazioni esagerate o caratterizzazioni. ciò che sentiamo è quello che uno si aspetterebbe da Hepburn: una prestazione dignitosa, che è delicata, con enunciazione precisa e inflessioni di montaggio. La musica è evidente, ma un buon complemento per la sua bella voce. "

EDDA KATLHEEN RUSTON

Attrice, figlia di un banchiere inglese e di una baronessa olandese, ha vissuto con sua madre a Arnhem, in Olanda, dove ha assistito a maggio 1940 l'invasione tedesca. Per coprire le radici inglesi della loro figlia, la madre chiama Edda. Su richiesta di sua madre, cominciò a lezioni di danza a Arnhem e Amsterdam a prendere, ha continuato a Londra, quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1948 si trasferì a Londra. Quando si rese conto che il suo talento, non sarebbe sufficiente per una prima ballerina, si rivolse sempre più ad agire. Si fermò davanti a una agenzia di casting e fu dato il suo primo ruolo nel film One Wild Oat (1951), in cui ha giocato una receptionist dell'hotel. Questo è stato seguito da diversi altri film, tra cui Monte Carlo Baby, un film che ha vinto il suo ruolo guida nella Gigi di Colette a Broadway a New York e il Teatro World Award. Lì è stato scoperto a Hollywood e ha ricevuto per il suo primo film, Vacanze romane (1953, Ger Un cuore e una corona), accanto a Gregory Peck un Oscar come migliore attrice. Presto divenne una star internazionale di film con ruoli complementari tra cui in Sabrina (1954), Guerra e pace (1956), insieme con il marito Mel Ferrer, con cui era sposato dal 1954, o My Fair Lady (1964). Particolarmente memorabile è il pubblico, però, con l'introduzione di un misterioso, grazioso Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961, Ger Breakfast at Tiffany's), al suo dolore grande, i numeri vocali erano sincronizzate. Con il film di Wait Until Dark (1967, Ger Attendere fino a quando è buio), presero congedo per quasi un decennio sul film. Nel 1976 ha poi tornò con Robin e Marian sullo schermo e si girò quattro film. Kostümmäßig dotato Audrey Hepburn era contrattualmente nei loro film esclusivamente dalla stilista Givenchy. Con i loro costumi, ma anche con i loro gesti, ha coniato l'ex Hollywood: Le attrici prosperosa erano in passato. La maggior parte del tempo della sua vita ha vissuto in Svizzera, a Hollywood, è rimasta solo se fare un film. Lago di Ginevra, hanno comprato una fattoria, a cui lei e ampliato e il giardino ha utilizzato per amare. Da lì, si sciolse nel 1988 e di nuovo come un ambasciatore di buona volontà dell'UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per bambini) in Africa e America Latina a parlare per i bambini locali, non lei stessa aveva l'aiuto dell'UNESCO nei Paesi Bassi dopo la fine Ricordate la seconda guerra mondiale e ha restituito il favore, per ora. Anche se si sentiva debole e era contro i suoi amici, ha viaggiato dall'UNICEF nel 1992, al fine di Somalia, da dove tornarono alla malati, Svizzera, poco tempo dopo morì di cancro. Dopo il loro divorzio nel 1968 da Mel Ferrer, dei loro successi ei suoi fallimenti non poteva far fronte, si è sposata lo psichiatra italiano Andrea Dotti, ma anche questo matrimonio fallito.

COLETTE

La scrittrice Colette è un vero e proprio mito per la Francia. Ma chi fu veramente? André Obey scrisse di lei nel 1923: "Colette è un grand'uomo". Pluridivorziata, bisessuale, oggi diremmo anche porno-star (fu attrice a petto nudo in palcoscenico e modella di foto in cui è ritratta nell'atto di scambiare baci saffici), commerciante di cosmetici, allieva di boxe, fu soprattutto autrice di oltre cinquanta libri, scritti con uno stile personalissimo e con una musicalità difficilmente traducibile in altre lingue. Femminista? No di certo: "Le suffragette mi disgustano. Sapete cosa meritano? La frusta e l'harem!" Lesbica? Nemmeno. Malgrado la sua bisessualità, fu molto contraria al lesbismo della figlia Colette. Ma vediamo di conoscerla meglio. Sidonie-Gabrielle Colette nacque a Saint-Sauveur en Puisaye il 28 gennaio 1873. Colette era il cognome del padre, il capitano a riposo Jules-Joseph Colette, sposato con Adèle-Eugénie-Sidonie Landoy, detta Sido. La famiglia viveva nella campagna della Borgogna: la madre era una donna molto intelligente e sagace, il padre, senza una gamba, dedicava molte attenzioni alla sua bambina. Colette trascorse dunque una bellissima infanzia, rievocata ne La Maison de Claudine. A venti anni conobbe Henri Gauthier Villars, detto Willy, un dongiovanni della Belle Epoque parigina. Si sposarono il 15 maggio 1893. Willy introdusse la moglie nella Parigi mondana, che sorprendeva Colette, più che affascinarla, essendo lei molto giovane ed abituata a vivere nella tranquilla campagna borgognese. Willy si spacciava per scrittore, ma faceva scrivere i suoi libri ad altri. Fu così che chiese alla moglie, che spesso diceva di annoiarsi, di scrivere per lui un romanzo sul genere di "Le petit Chose" di Alphonse Daudet, che allora andava tanto di moda. Nacque così, nel 1900, Claudine à l'école, scritto da Colette e firmato da Willy. Fu un grande successo e ad esso seguì tutta la serie di Claudine. Ma la loro unione non era salda, anche per i continui tradimenti di lui, e nel 1905 si lasciarono. Colette strinse allora amicizia con Mathilde de Morny detta Missy, marchesa di Belbeuf, più anziana di lei di dieci anni. La relazione con Missy fu molto chiacchierata, anche perché le due donne non facevano assolutamente nulla per nascondere il legame omosessuale che le univa. Missy regalò all’amica una casa a Rozven, ma la loro relazione finì, quando nella vita di Colette tornarono di attualità dei personaggi maschili. Nel 1910, il romanzo di Colette "La vagabonde" fu ad un passo dall’ottenere il prestigioso premio Goncourt. Nel 1912 morì la signora Sido e due mesi dopo, il 19 dicembre 1912, Colette si sposò con Henry de Jouvenel, co-direttore al giornale "Le matin". Il 3 luglio 1913, da questa unione, nacque una bambina, che chiamarono Colette. Scoppio l'anno seguente la prima guerra mondiale. Colette andò addirittura a trovare il marito al fronte, a Verdun, per portargli provviste alimentari, ma anche questa unione fallì. Poco dopo nella vita di Colette vi fu la storia con il figlio di primo letto di Henri, di sedici anni, Bertrand. Lei aveva 47 anni quando iniziò questa relazione, che durò cinque anni e si consumò in viaggi ed in incontri clandestini in un piccolo appartamento preso in affitto da Colette. Nel 1925, Colette conobbe Maurice Goudeket, che dieci anni dopo sarà il suo terzo marito. Continuava intanto l’attività letteraria, spesso considerata scandalosa. Nel 1932 uscì ‘il puro e l’impuro’, che fece tanto discutere. L'ultima fiamma di Colette, Maurice Goudeket, era più giovane di lei di circa quindici anni; con lui andò a vivere al Palais-Royal, sotto le gallerie di Philip-Egalité. Nel 1927 Walter Benjamin la intervistò a proposito del femminismo per un giornale tedesco. E lei disse: 'Sapete che quando le donne acquisiscono potere sono assolutamente orribili. Sono peggio degli uomini. E non solo questo. Anche se conosco molte donne intelligenti e competenti, che potrebbero essere fantastici giudici e ministri, comunque hanno il loro ciclo ogni mese. Ed è risaputo che non si possono prendere decisioni quando si ha il proprio ciclo'. Alla fine degli anni Venti, travolta dalla crisi generale, cominciò ad esibirsi a seno scoperto, per poi aprire una profumeria, che curava personalmente. Nel 1926 scrisse una pubblicità in versi per le Pellicce Max, cui seguì un testo per la Fiera del Bianco di un grande magazzino, e nel 1933, per le macchine Ford. Negli anni Trenta, Colette tradusse i dialoghi del film tedesco Ragazze in uniforme, scrisse sceneggiature e soggetti cinematografici, fece conferenze in giro per l'Europa e concesse l'impiego del suo volto e del suo nome per la pubblicità delle sigarette Lucky Strike. Di questo periodo Colette diceva: "Sono stata un po' mimo e un po' ballerina, e anche un po' acrobata". Nel 1935 entrò alla Académie royale del Belgio. Lo stesso anno si sposò con Maurice e con lui partì, nel 1935, per New York, dove era inviata speciale per Le Journal. Maurice era ebreo e commerciava in perle. Con la Seconda guerra mondiale, quando i nazisti entrarono a Parigi, cominciarono a prelevare ebrei da inviare nei campi di internamento. Tra questi, nel 1941, anche Maurice. Colette riuscì a farlo liberare, grazie alle sue influenti conoscenze, anche il marito uscì da questa esperienza in condizioni fisiche disastrose. Nel 1943 cominciò a soffrire d’artrosi, malattia che finirà per immobilizzarla in seguito completamente. Dopo la guerra la sua notorietà continuò a crescere. Fu eletta all’unanimità all’Académie Goncourt e nel 1953, Colette diventò anche grand officier de la légion d'honneur. Le piaceva mangiare ed anche cucinare, pesava circa 90 chili, ma riusciva comunque a rendersi affascinante. Gigi è l'ultimo dei capolavori scritti da Colette sulla carta azzurrina che lei preferiva, con una batteria di penne stilografiche sottomano e una lampada velata di azzurro, il suo fanal bleu. Il romanzo fu portato sullo schermo da Audrey Hepburn e fu un successo mondiale. Colette, tormentata dall'artrite, restò immobilizzata a letto fino alla sua morte, avvenuta il 3 agosto 1954. Per lei la Francia organizzò dei funerali di Stato nella corte d’onore del Palais-Royal, con grande scandalo del mondo cattolico, che non aveva mai apprezzato la sua opera, né, ovviamente, il suo stile di vita.

GIGI

Gigi è uno spettacolo teatrale tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice francese Colette, adattato per il teatro dalla scrittrice Anita Loos. È la prima interpretazione teatrale, come protagonista, dell'attrice britannica Audrey Hepburn. Diretta da Raymond Roulear e prodotta da Gilbert Miller, la commedia aprì i battenti a Broadway, il 24 novembre 1951, al Teatro Fulton. Fu un successo di critica e di botteghino e Audrey Hepburn ricevette notevoli critiche positive. L'attrice vinse il Theatre World Award per i debutti teatrali. audrey ha lasciato il suo cognome quando ha cominciato a recitare. Dopo aver visto il suo nome illuminato sul cartellone dello spettacolo, Audrey Hepburn disse: «Oh, cielo. E devo ancora imparare a recitare.» Il successo dello spettacolo aiutò la Hepburn ad ottenere il provino per Vacanze romane, film per il quale vinse un Oscar, nel 1952 Nel 1958, dallo stesso romanzo di Colette, fu girato il film Gigi, diretto da Vincente Minnelli.

ICONA DI STILE

Audrey vive nell'empireo dei personaggi-icona, con la bionda esplosiva Marilyn Monroe, di cui rappresenta la tipologia antropologica opposta, e con la raffinata principessa-attrice Grace Kelly, grazie alle interpretazioni di film cult come Colazione da Tiffany, Vacanze romane e My fair Lady, di cui è in preparazione il remake. Ma è stata la moda ad aver consacrato l'attrice a massima icona dell'eleganza. Per via della sua figura, naturalmente esile e aggraziata: 1,70 di altezza, 48 chili di peso, taglia 38. Una figura che ha trasceso, anzi anticipato la donna grissino e stravolto buona parte dei diktat del cinema dettati dalle major. Per la naturalezza e la grazia del suo viso da cerbiatta, semplice e naturale, che oggi torna prepotentemente a imporsi come modello di riferimento della bellezza femminile, rispetto ai volti delle donne degli ultimi due decenni, artefatti dai bisturi, con labbra stragonfie di filler, modello trans. Un'icona grazie anche alla sua eleganza di portamento innata, fatta di tubini neri, tailleur bon ton, fili di perle e foulard di seta, firmati da uno stratega dell'eleganza come monsieur Givenchy.

SEAN HEPBURN FERRER

È il primogenito della grande stella del cinema degli anni Cinquanta e Sessanta Audrey Hepburn e dell’attore Mel Ferrer (scomparso il 2 giugno 2008 nel suo ranch di Santa Barbara). I suo genitori sono stati sposati dal 1954 al 1968. Ci parlerà per la prima volta di un nuovo progetto targato Unicef per sostenere i paesi poveri dell’Africa. “Gli amici di Audrey”, sarà un nuovo club che aiuterà i bambini poveri. In libreria si può trovare il suo “Audrey Hepburn – Un’anima elegante”, Tea edizioni. Ha recentemente completato il suo libro fantastico, "Audrey Hepburn: An Elegant Spirit". Nel suo libro, i dettagli Sean rapporto d'amore che ha avuto con sua madre, così come l'unica e dando persona che era nella vita quotidiana. Attraverso i suoi film e il suo lavoro con l'UNICEF, Audrey è stata in grado di connettersi con la gente su un certo numero di livelli. Ha risuonato nel cuore di molte persone in molti paesi diversi in tutto il mondo. Sean ha anche scritto la prefazione per "The Audrey Hepburn Treasures" libro, una bella collezione di fotografie, cimeli e ricordi della vita di sua madre e di carriera. Oggi, Sean è il presidente del Fondo The Audrey Hepburn Children's, che fa parte del www.audreyhepburn.com sito ufficiale. Sean ha recentemente deciso di richiedere un certo tempo dal suo programma occupato a parlare con noi di sua madre, la sua carriera e le sue innumerevoli sforzi umanitari. Egli diede anche grande intuizione per il processo di scrivere il suo libro.

FIGURA FIABESCA

Occhi da cerbiatto, figura fiabesca e grande presenza: una donna incantevole dal fascino e dalla classe ineguagliati, eternamente capace di sedurre. Audrey Hepburn non ha vissuto a lungo, ma ha vissuto abbastanza per lasciare un segno unico nella storia del cinema, con pochissimi film davvero di culto e un’esemplare vita privata. A trent’anni dalla sua scomparsa, questo volume si propone come un’opera devota e insieme critica sulla principessa della recitazione, nata nobile e diventata diva solo per caso.

STILE INTRAMONTABILE

Una Barbie straordinaria, come straordinaria era la Hepburn. Si, è proprio così, la casa americana produttrice delle bamboline, magrissime e bionde, ha deciso di onorare la figura di una delle attrici più straordinarie della storia del cinema. Ma limitarsi ha chiamarla attrice è davvero poco. Audrey Hepburn era, infatti, molto di più che una diva. Bellissima, sofisticata eppure semplice, come potrebbe esserlo la più bella delle nostre vicine di casa, Audrey era una donna davvero speciale. Magrissima, capelli corti, sorriso che poteva ricordarci la sorella più amabile o l’amante più appassionata, era anche famosa per la sua intensa attività di beneficenza. A noi piace ricordarla a fianco di Gregory Peck, in sella alla mitica vespa di “Vacanze Romane”. Film che le garantì la copertina del Time e una montagna di premi, oltre, ovviamente, ad un immagine che rimarrà per sempre nel ricordo di tutti gli appassionati del cinema, di Roma, della vespa, ma, soprattutto, della felicità e dell’amore di cui quel film era il manifesto. Audrey è ancora oggi l’icona della bellezza, del fascino e della classe; una donna che rappresenta, in un mondo, dove tutto cambia repentinamente e dove tutte le mode passano, la quintessenza della leggiadria abbinata ad un gusto sofisticatissimo ed essenziale. Insomma Audrey è l’immagine della donna magnifica, bella eppure semplice che non passa mai di moda e il cui stile rappresenta un modello senza età.

MOON RIVER TRADUZIONE

Fiume della Luna, largo più di un miglio Ti attraverserò con stile, uno di questi giorni vecchio creatore di sogni, distruttore di cuori dovunque tu stia andando, io ti verrò dietro Due sponde, per vedere il mondo c’é cosi tanto mondo da vedere siamo giunti alla fine dello stesso arcobaleno aspettando dietro alla curva il mio amico Huckleberry, il Fiume della Luna, ed io Due sponde, per vedere il mondo c’é cosi tanto mondo da vedere siamo giunti alla fine dello stesso arcobaleno aspettando dietro alla curva il mio amico Huckleberry, il Fiume della Luna,ed io.

FILMOGRAFIA

Always - per Sempre (1988) e Tutti Risero (1981) Linea di Sangue (1979) Robin e Marian (1976) Gli Occhi della Notte (1967) Due per la Strada (1967) Come Rubare un Milione di Dollari e Vivere Felici (1966) Insieme a Parigi (1964) My Fair Lady (1964) Sciarada (1963) Quelle Due (1962) Colazione da Tiffany (1961) Gli Inesorabili (1960) La Storia di una Monaca (1959) Verdi Dimore (1958) Cenerentola a Parigi (1957) Arianna (1957) Guerra e Pace (1956) Sabrina (1954) Vacanze Romane (1953) The Secret People (1952) Vacanze a Montecarlo (1951) L'incredibile Avventura di Mr. Holland (1951) Risate in Paradiso (1951)

CURIOSITA'

Secondo Gregory Peck la poesia preferita della Hepburn era Amore senza fine di Rabindranath Tagore. Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia, creata da Giancarlo Berardi, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore. Nel 2000 la Hepburn è stata impersonata da Jennifer Love Hewitt nel film per la tv The Audrey Hepburn Story. Nel 2003, il Servizio Postale degli Stati Uniti fece uscire un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice. In Cina, alcune immagini della Hepburn in Vacanze romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un tè verde. Nel 2006, il grande magazzino GAP produsse uno spot pubblicitario, utilizzando spezzoni della Hepburn mentre danza in Cenerentola a Parigi. Il vestito nero di Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro). Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid. Alla fine del mese di maggio del 2007, il vestito originale che l'attrice aveva indossato nel film Colazione da Tiffany è stato venduto all'asta per 192.000 dollari. Non fu Marilyn Monroe l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò "Happy Birthday, dear Jack" al Presidente, che la considerava una delle sue attrici preferite. I compagni di danza del 1948 dicevano che la Hepburn era comunque di una eleganza innata : possedeva 2 gonne e 2 camice ma aveva decine di foulard da abbinare, in questo modo era sempre perfetta.

ABITI E CITAZIONI

“...La giovanissima Audrey Hepburn è a Roma per girare il film Vacanze romane, e tra una pausa e l'altra trova il tempo per farsi l'abito da sposa e il suo corredo di nozze dalle sorelle Fontana. Il matrimonio però non fu mai celebrato, l'abito nunziale fu regalato ad una giovane e bella donna lavorante che lo indossò per il suo matrimonio.„ L'ABITO DA SPOSA. “...Sì, questo mi sembra proprio che vada bene. Lo strascico lungo, ma non troppo, e anche senza tanti ornamenti. Questo, questo„ L'ABITO DA SERA. Abito da gran sera, colore bianco ghiaccio, décolleté con sottili bretelle in strass e ampia gonna di linea godet. Tessuto: tùlle micropieghettato con delicati motivi floreali ricamati a mano in cannetè, pa¡llettes e strass di Boemia. Creato per Audrey Hepburn durante la sua permanenza a Roma per girare il film Vacanze Romane. GLI INCONTRI. ... Improvvisamente arrivò lui, una ventata di energia e di simpatia. John Kennedy baciò la moglie sulla guancia, poi ci regalò vigorose strette di mano. Passò in rassegna gli abiti, velocemente, e con sguardo critico, come se nella sua vita non avesse fatto altro. - Questo, questo e quest'altro-, proclamò deciso -Tu sei d'accordo, cara?

Audrey Hepburn

venerdì 8 gennaio 2010

L'ULTIMO MARITO

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AUDREY

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INCANTEVOLE AUDREY

CARATTERE E STILE

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REGINA DELLA PUBBLICITA'

LA VOCE

EDDA KATLHEEN RUSTON

COLETTE

GIGI

ICONA DI STILE

SEAN HEPBURN FERRER

FIGURA FIABESCA

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